Cosa cercano gli artisti che, al posto di tele, tavolozze e pennelli, creano video e immagini sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale?
Niente cavalletto e trementina per loro: ai nuovi artisti basta scrivere …un prompt!
Un prompt è come una scintilla di ispirazione che accende la creatività.
Una descrizione fornita a un’intelligenza artificiale per farle produrre una risposta, un’idea, una storia, o in questo caso, un’immagine.
Insomma, il prompt è quel soffio magico che trasforma un’idea in qualcosa di concreto e sorprendente, per vedere soddisfatte tutte le immaginazioni, che solo pochi decenni fa venivano affidate a strumenti convenzionali, per esaltarne la bellezza.
C’è un gruppo di artisti che dialoga con l’intelligenza artificiale, ammettendo di sentirsi registi, scrittori, programmatori della propria espressività.
Nel luglio del 2024, si è svolto a Milano, il Text to Art, l’evento hackathon: un contest di artisti che usano l’AI per dare vita alle proprie opere d’arte.
Essi sperimentano da soli, accumulano esperienze con lo scopo di cambiare la visione collettiva dell’arte stessa, un’arte che appare per la prima volta non priva di difetti, e forse sta proprio in questa la sua peculiarità.
Usano l’Intelligenza Artificiale per lasciarle la possibilità di sorprenderli e di andare verso direzioni imprevedibili, confondendo la macchina e rompendo gli schemi di una perfezione che ormai è utopia.
Secondo questi artisti siamo solo al punto di partenza, e la loro abilità consiste nell’interpretare, selezionare e raffinare i risultati, innescando una speciale collaborazione tra l’algoritmo e la creatività che da sempre appartiene all’essere umano e all’artista, in particolare.
Persino la scelta del software da usare fa parte del processo creativo: una delle tante differenze, ad esempio, è il “motore”, l’algoritmo che queste usane, che le porta, così, a produrre immagini molto differenti fra loro, pur a parità di prompt e parametri forniti.
Rilevante è anche la scelta tra la sperimentazione con algoritmi a pagamento e quelli gratuiti e open source, in quanto per raffinare ed elaborare sempre più le immagini occorrono vari passaggi che, quasi sempre, eccedono il limite gratuito inziale.
A questo proposito, è di questi giorni la notizia della diffusione di un nuovo modello di AI Gen per la creazione di immagini gratuite: si tratta di Flux 1, creato da Forest Lab, che si contrappone a progetti come Dall-e e tanti altri, perché punta sulla velocità, ma soprattutto sulla qualità delle immagini generate.
Un po’ come glispettacolari Ideogram, o Midjourney.
Tutti requisiti rilevanti, soprattutto per gli artisti e anche per chi si occupa di grafica per motivi commerciali, non solo artistici.
Per prima cosa, si lasciano trasportare dalla casualità: invece di scrivere prompt estremamente dettagliati, forniscono al computer degli input vaghi, aggiungendovi la propria creatività.
In secondo luogo, interpretano le capacità dell’intelligenza artificiale come una sorta di demiurgo delle proprie qualità creative, e quando accade è magia, perché sposare ingegno umano con le infinite possibilità fornite dalle macchine è una maniera di guardarle come amiche, come compagne di lavoro, come risorse.
L’intuizione umana e l’AI offrono un connubio di stupore, meraviglia, progresso, responsabilità etica e anche estetica.
“Nell’arte generata dall’IA, la perfezione si trasforma in un caleidoscopio di possibilità.
Qui, ogni pixel è un universo e ogni variazione una nuova frontiera della bellezza, celebrando non l’uniformità, ma la sinfonia infinita della diversità creativa.”
Eugenio Marongiu, il Presidente di giuria di Text-to-Art, si dedica personalmente a questa nuova arte, perché la trova ideale per estremizzare la ricerca della perfezione in ambito artistico, trovando in essa una nuova bellezza: quella della diversità.
Secondo Marongiu è essenziale uscire dai canoni tradizionali che hanno fatto parte del percorso artistico di un Paese con una grande e storica tradizione, come l’Italia, aprendo le porte alla ricerca dell’imperfezione, perché questa sperimentazione è di fatto un nuovo modo per guardare il mondo.
Un moto così innovativo che potrebbe cambiare la visione del mondo stesso.
Grazie all’AI gli artisti si avviano verso una sorta di democratizzazione dell’arte: si pensi a coloro i quali, per limiti fisici, non sono in grado di usare strumenti neppure digitali, per creare.
E invece, adesso, grazie agli algoritmi, riescono a mostrare la loro creatività, la fantasia, il loro mondo, sinora taciuto a tutti, da sempre.
Algoritmi di apprendimento automatico collaborano con gli artisti per creare dipinti, musica, sculture e poesia.
Questa collaborazione offre opportunità sorprendenti, spingendo gli artisti oltre i confini della creatività tradizionale, come abbiamo visto.
L’IA agisce come un partner, fornendo suggerimenti, estro e originalità, co-creando con l’artista per generare opere uniche.
Gli algoritmi e l’arte stanno danzando una sinfonia di innovazione e complessità etica.
Questa unione offre un mondo di possibilità creative ma esige anche una vigilanza costante per gestire le implicazioni morali che ne scaturiscono.
L’arte dell’IA è un paesaggio in continua evoluzione, una tela dove l’umano e il digitale si intrecciano in una danza affascinante.
Il futuro dell’arte sarà plasmato dalla nostra capacità di abbracciare questa sfida etica, navigando tra l’inaspettato e l’innovazione, e celebrando la bellezza della co-creazione tra l’Umanità e la macchina.
In questo senso, potrebbe addirittura attenuare l’incidenza dei bias, dei pregiudizi, perché quest’arte è inclusiva, non cerca solo la perfezione, ma tira fuori le idee più nascoste e scatena la fantasia degli artisti e dei fruitori di ciò che viene creato.
Dal punto di vista economico, serve uscire dai sentieri tracciati dalla tradizione, serve che gli imprenditori stessi abbiano il coraggio di volersi educare alla sperimentazione e all’imperfezione, perché se useranno l’Intelligenza Artificiale solo per abbattere i costi, otterranno un effetto grottesco, che danneggerà le imprese stesse.
Le sfide per l’uso dell’IA nell’arte è una sfida che ci accompagnerà nei prossimi anni, che ci vedrà vincenti solo in un’ottica di collaborazione e connubio tra esseri umani e macchine, nell’ambito di un progresso che potrebbe anche cambiare il mondo.
È un’ottima notizia che il mondo dell’arte italiana sia in fermento, significa che il fuoco artistico del Paese continua a essere vivo, guardando oltre le ceneri del suo glorioso passato.
Susanna Grieco è nata a Napoli, i suoi studi universitari, alla Federico II del capoluogo partenopeo e alla Università degli Studi di Firenze, includono Letteratura, Comunicazione e Marketing.
È anche una grande appassionata di scrittura, libri, viaggi e nuove tecnologie.
Un hackathon è un evento in cui sviluppatori, programmatori, designer e altre persone creative si riuniscono per un periodo di tempo limitato (di solito da 24 a 48 ore) con l’obiettivo di collaborare alla creazione di un progetto tecnico, o di una soluzione innovativa o una creazione artistica.
Insomma, un hackathon è una maratona creativa, un’eccitante sfida collaborativa e un’opportunità unica per sviluppare nuove idee e progetti.
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