Stiamo vivendo un momento storico straordinario: l’introduzione di modelli di intelligenza artificiale sempre più potenti e sofisticati sta trasformando il nostro mondo con una rapidità senza precedenti.
Le conseguenze di questo cambiamento spalancano le porte a scenari incredibili che miglioreranno radicalmente il nostro modo di vivere.
L’IA ci offre l’opportunità di evolvere verso un futuro in cui la conoscenza è alla portata di tutti, dove la creatività umana è potenziata da strumenti impensabili fino a pochi anni fa, e dove l’esperienza quotidiana può diventare più profonda, istruttiva e piacevole.
Ma ogni grande progresso porta con sé rischi e sfide.
L’uso delle IA non è privo di ombre: se sviluppate o applicate con intenzioni malevole, queste tecnologie potrebbero amplificare disuguaglianze, perpetuare bias culturali o persino creare strumenti pericolosi.
Inoltre, un addestramento non impeccabile rischia di trasmettere alle macchine pregiudizi nascosti nei dati, replicando quelle ingiustizie e distorsioni che da sempre affliggono l’Umanità e che dovremmo invece superare.
Il controllo etico e una regolamentazione responsabile diventano dunque essenziali per evitare derive che potrebbero compromettere le potenzialità positive dell’IA.
Come in ogni viaggio verso lidi sconosciuti, ogni buon marinaio (tipicamente superstizioso!) si dota di potenti amuleti e porta fortuna, capaci di respingere pericoli e malvagità.
Nel prosieguo dell’articolo, esploreremo cinque casi di studio emblematici, dove i progressi dell’IA stanno già mostrando i loro effetti nel mondo reale.
Il nostro viaggio in questo futuro appena iniziato è eccitante quanto quello che i nostri antenati affrontarono 500 anni fa, quando iniziarono a esplorare il Pianeta.
Tuttavia, oggi come allora, dobbiamo procedere con curiosità, meraviglia e, al tempo stesso, con la giusta dose di prudenza e attenzione.
Per accompagnarci nel nostro percorso verso un futuro migliore, abbiamo così creato una serie di talismani che rappresentano ciò che già sappiamo su ciò che ci attende.
Benvenuti allora in questa nuova epoca di scoperte straordinarie.
Stiamo costruendo un mondo di deepfake: esseri umani sintetici e band K-pop fatte di pixel.
Il reale, l’inventato e il generato si stanno mescolando sempre di più ogni giorno.
Pensiamo a Synthesia, un’azienda con sede nel Regno Unito che sviluppa strumenti capaci di trasformare una singola performance di un attore in un flusso infinito di avatar deepfake, pronti a recitare qualsiasi copione con la semplice pressione di un pulsante.
Secondo l’azienda, il 56% delle società Fortune 100 utilizza già questa tecnologia!
L’iper-realtà è già qui e noi non possiamo (né desideriamo) tornare indietro, quindi vediamo dove ci porterà.
Chi lo sa.
Forse le nostre espressioni creative attuali non saranno più limitate dai confini dell’immaginazione umana, come già vediamo nelle spettacolari creazioni dei generatori di immagini come Ideogram, Dall E, NightCafé AI, Flux, o Midjourney.
Essere vivi significa respirare, pulsare, amare o sognare.
Ma cosa succederebbe se la vita emergesse anche da calcoli, quanta e sovrapposizioni?
Vi sembra fantascienza? Eppure in questo preciso momento gli scienziati stanno approfondendo una ricerca tesa a scoprire se la nostra memoria e la nostra coscienza non sia il mero risultato delle interazioni a livello quantistico degli infinitamente piccoli componenti degli atomi…
La netta distinzione tra animato e inanimato si sta evidentemente sfumando, dissolvendo rapidamente; la vita non è più limitata all’organico: Open AI sta per presentare una nuova, rivoluzionaria evoluzione di Chat GPT caratterizzata da una sua coscienza, una capacità decisionale autonoma.
E se questo fosse la fine dell’eccezionalismo umano?
Se ogni oggetto intorno a noi diventasse vivo?
Continueremo a ripeterci che noi siamo gli Eletti, i prescelti, che altre forme di vita non hanno sentimenti e coscienza, per giustificare tante nostre azioni spesso riprovevoli?
Queste domande ispirano progetti come l’Interfaccia Vocale Empatica (EVI) di Hume AI e ChatGPT-4o, che interpretano le espressioni emotive e generano risposte empatiche.
Straordinario, vero?
Con sistemi come questi, la tecnologia sembra più “viva”, perché può comprendere e reagire alle emozioni umane con sfumature.
Possiamo avere conversazioni complete con una macchina che sembra quasi un essere vivente (sebbene non abbia ancora compiuto il suo secondo compleanno!)
Questo significa un’esplosione di produzione creativa, non più vincolata alla preliminare coltivazione e all’addestramento delle tecniche artistiche.
In questo nuovo mondo potremo (e dovremo) selezionare e curare le esperienze.
Altrimenti, rischieremo di annegare nelle troppe opzioni.
E questo fa dissolvere anche quelle precedenti linee di demarcazione fra ruoli e incarichi legati ai propri titoli e talenti.
Pensiamo al cantante e compositore Pharrell Williams nel suo nuovo ruolo di Direttore Creativo Uomo di Louis Vuitton.
Conosciuto ampiamente come musicista, Williams rappresenta un esempio di una tendenza più ampia nell’industria della moda di lusso, dove il ruolo di direttore creativo si evolve oltre le tradizionali competenze di design.
Ora, può includere la curatela e il collegamento di ampie espressioni artistiche per formare e costruire nuovi tipi di media che si distinguono dal rumore retrostante.
Sempre di più, la tecnologia si sta spostando dalle app autonome verso funzioni integrate e incorporate molto più versatili e potenti.
Al WWDC (Apple Worldwide Developers Conference), Apple Intelligence ha presentato visioni di una tecnologia capace di anticipare senza sforzo le nostre necessità e soddisfarle.
Invece di sfogliare app per trovare ricette per una cena, un sistema di questo tipo è in grado di elaborare un menù basato sulle preferenze alimentari degli ospiti, scegliere una data che si adatti ai calendari e ordinare la spesa.
Analogamente, la visione del film “Her”, su cui è in gran parte modellato ChatGPT, è quella di un assistente vocale dedicata, che conosce tutte le nostre esigenze e preferenze, supporta il nostro benessere emotivo e sociale e arriva persino a offrire una connessione romantica.
Le persone più inclini a non capire il mondo che cambia sicuramente opporranno bastioni e difese, citeranno inesistenti (e inventate da noi) Leggi Naturali, si scandalizzeranno contro la caduta dei costumi e dei valori.
Ne vede e ne intuisce il salto di qualità, l’ennesimo balzo nella nostra evoluzione e gli enormi vantaggi che la scienza è in grado di apportare nella vita delle persone istruite, oneste e consapevoli.
Immaginiamo quindi la tecnologia che agisce come un’estensione innata di noi stessi, piuttosto che come strumento isolato e incontrollabile.
L’abilità essenziale non è più usare diverse app per completare un compito, ma dirigere gli agenti digitali come un esperto e carismatico direttore d’orchestra.
Le parole contano, si sa.
Ma ci sono molti altri modi per comunicare, a molti dei quali gli esseri umani non sono mai stati in grado di accedere.
Fino ad ora, naturalmente.
Stiamo abbandonando i confini della comunicazione da uomo a uomo, sbloccando i linguaggi segreti degli animali, dei sistemi naturali e del tempo.
Pensiamo all’Earth Species Project, che lavora da quasi un decennio per usare l’IA per decifrare il linguaggio animale e supportare la conservazione di ogni specie.
Pensate che rivoluzione culturale gigantesca sarebbe se potessimo comprendere i dialoghi del regno animale.
Immaginate i dilemmi che l’Umanità si troverebbe a fronteggiare, dopo secoli in cui abbiamo rifiutato pervicacemente che altre specie fossero in grado di provare emozioni, sentimenti, amicizia e gratitudine o paure proprio come noi…
E se le traduzioni potessero catturare l’essenza delle culture e le sottigliezze delle metafore?
Immaginiamo se potessimo colmare il divario ultimo, quello collegato al divino, all’inconoscibile e superiore: quello del tempo stesso.
Nella loro serie TeleAbsence, ricercatori come Hiroshi Ishii e D. Pillis del MIT Media Lab stanno sperimentando tecnologie per facilitare dialoghi con rappresentazioni digitali dei nostri cari che abbiamo perso, ridefinendo i nostri concetti di connessione e presenza.
Le note di una melodia vibrante si diffondono nell’aria, sgorgando da un maestoso pianoforte a coda.
I tasti danzano sotto il tocco delicato di mani invisibili, riflesse sulla lucida superficie dello strumento come un’apparizione eterea.
Sul leggio si scorge l’immagine sfuggente del volto del musicista, le cui espressioni appena accennate sembrano dipingere le emozioni racchiuse nella musica.
Quest’opera, chiamata MirrorFugue, ricrea l’incanto di un’esibizione dal vivo, eppure nessuno è realmente presente. Il pianista non è che un’illusione creata da giochi di luce e specchi, un’entità spettrale al contempo tangibile e intangibile, che abita uno spazio sospeso tra realtà e immaginazione.
Grazie a questi “talismani”, riusciamo a costruire, a disegnare il senso di ciò che si trova oltre il limite della mappa: la rappresentazione del futuro che ci attende, dove c’è bellezza di vivere e scoprire, anche se i draghi che tanto temevamo esistevano soltanto nelle nostre fantasie impaurite.
E questo significa integrare non solo ideali irraggiungibili, ma costruire la migliore versione possibile di business e commercio.
Come possiamo allora assicurarci di costruire il futuro che desideriamo, creando al contempo un futuro che abbia senso dal punto di vista economico?
Come possiamo farlo, garantendo al contempo equità, assenza di caste e discriminazioni fra chi può accedere a queste fantastiche tecnologie e chi viene lasciato indietro?
Come potete vedere sono problematiche non trascurabili.
Richiedono che un grande design progettuale ed etico commercializzi le tecnologie emergenti sposando, fondendo quello che è possibile con ciò che le persone vogliono e di cui hanno realmente bisogno.
Questo è il futuro cui stiamo lavorando per costruire benessere e liberarci da fatica e ruoli pesanti, poco gratificanti.
Dobbiamo dare ascolto e grande attenzione alle domande preoccupate per le incertezze, dobbiamo scomporre i bisogni umani che si celano dietro di esse, mappandoli sull’incredibile potenziale della tecnologia, progettando un futuro in cui vogliamo vivere finalmente in serenità, benessere e amore per la vita di tutti.
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