È normale avere sentimenti negativi e non possiamo aspettarci – né da noi stessi né dagli altri – di lasciarli da parte solo perché siamo al lavoro.
Tuttavia, queste emozioni negative possono essere dannose per le nostre relazioni, le prestazioni, la concentrazione e il benessere generale.
Pertanto, vale la pena affinare le nostre competenze di intelligenza emotiva che ci aiutano a gestire i sentimenti negativi.
Ci sono tre semplici approcci per migliorare i corrispondenti aspetti specifici dell’intelligenza emotiva: l’autoconsapevolezza, l’autoregolazione e le connessioni positive.
Questi esercizi includono
• la valutazione delle sensazioni corporee, del carico cognitivo e degli stati emotivi;
• esercizi strategici di respirazione;
• atti autentici e intenzionali di gentilezza e comprensione.
Ti è mai capitato di reagire a una situazione sul lavoro in un modo di cui non sei stato orgoglioso?
O di inviare un’email quando eri turbato da qualcosa e poi pentirti di quel gesto?
Non importa quanto possiamo essere di successo o realizzati, tutti a volte facciamo fatica a gestire le nostre emozioni – e ne subiamo le conseguenze in seguito.
C’è una convinzione implicita e di lunga data secondo cui quando si entra nel proprio luogo di lavoro si dovrebbero “lasciare le emozioni alla porta“.
Ma non è così semplice.
Le emozioni non sono come scarpe che si possono togliere quando lo si desidera.
E, come la maggior parte di noi ha dolorosamente notato, sono spesso le persone a cui teniamo di più e che vogliamo turbare di meno – i nostri cari o alcuni colleghi cui teniamo – a subire le conseguenze della nostra incapacità di gestire le nostre emozioni negative.
Quando l’ombra delle nostre emozioni negative si allunga, sono spesso le persone a noi più vicine a rimanere ferite, come se la nostra tempesta interiore si scatenasse proprio su coloro che più vorremmo proteggere…
Varie ricerche confermano che le emozioni negative influenzano non solo le nostre relazioni, ma anche la nostra capacità di dare il meglio di noi.
La nostra concentrazione, attenzione, memoria, salute fisica, salute mentale e capacità decisionale risentono tutte quando proviamo emozioni come stress, frustrazione, paura o rabbia.
È fondamentale sapere come gestirle.
L’intelligenza emotiva può avere forti effetti sul successo di una persona.
Esistono varie strategie efficaci per rafforzare queste potenti competenze.
Tutte e tre possono potenziare rapidamente la tua intelligenza emotiva.
Quando interagisci con qualcuno in un modo di cui poi ti penti, di solito non è intenzionale.
Spesso non intendevi essere scortese, irrispettoso o sgarbato. Semplicemente non sei riuscito ad essere consapevole di te stesso.
Cos’è l’autoconsapevolezza? È la capacità di essere coscienti di ciò che sta accadendo nella nostra mente – Sono turbato? Sono stanco? – e di non cadere preda della nostra reattività o del comportamento impulsivo quando qualcuno ci fa innervosire.
Sviluppare l’autoconsapevolezza, migliorando l’intelligenza emotiva, previene gli errori nelle relazioni.
C’è una parte dedicata del nostro cervello che presta attenzione al nostro stato interno attraverso un processo che i neuroscienziati chiamano interocezione, ma ecco il punto: spesso non riusciamo a utilizzarla.
[ L’interocezione è una consapevolezza interna soggettiva nel momento in cui si sente un’emozione nel corpo (i recettori nervosi sensoriali, gli interocettori, ricevono e trasmettono sensazioni dagli stimoli all’interno del corpo).
Di contro le posture, espressioni facciali ed i gesti, esprimono esternamente i nostri stati emotivi interiori, comunicandoli agli altri.
La consapevolezza corporea di sè include l’interocezione: ovvero il sentire il nostro respiro, digestione, rabbia, attivazione, dolore, emozione, fatica e, allo stesso tempo, una consapevolezza di movimento e coordinazione fra le diverse parti del corpo e fra il corpo e l’ambiente.
Essa concerne l’essere in un presente emozionale soggettivo. https://www.craniosacrale.it/wikicraniosacrale/propriocezione-interocezione-e-il-sentire/ ]
Ecco un esercizio che può aiutare ad accedere immediatamente a quella parte del cervello e a potenziare l’autoconsapevolezza.
Siediti e chiudi gli occhi.
Porta l’attenzione verso l’interno.
Poi segui questi tre passaggi…
Su uno spettro di energia che va da molto stanco a molto energico, dove ti collochi oggi?
Scansiona il tuo corpo.
Nota come si sente: …hai fame? Ci sono punti in cui ti senti particolarmente teso o rilassato?
I pensieri attraversano la mente tutto il giorno, entrando ed uscendo costantemente.
Se ogni pensiero fosse un’auto, quale sarebbe il livello di traffico? È un’autostrada trafficata, una tranquilla strada di campagna o qualcosa di intermedio?
Che tu ti consideri emotivo o meno, provi emozioni ogni minuto del giorno.
Potresti sentirti calmo, curioso o entusiasta, oppure potresti sentirti più neutrale, arrabbiato o stressato.
Puoi misurare le emozioni in due modi.
Primo, quanto sono piacevoli o spiacevoli?
Su un arco da piacevole a spiacevole, dove si collocano attualmente i tuoi sentimenti?
E, secondo, quanto sono intense? Possono essere neutrali.
Su uno spettro da intense a non intense, dove si collocano attualmente?
Facendo questo esercizio, otterrai una rapida valutazione del traffico di pensieri interno e dei livelli di stress.
Ti aiuterà a decidere se sei in uno stato ottimale per fare ciò che stai per fare successivamente.
Autoregolati con il tuo respiro.
Gli esercizi di respirazione sono uno dei modi più efficaci e rapidi per gestire le emozioni in tempo reale.
Utilizzare il tuo respiro può portarti da uno stato emotivo elevato (diciamo un 10 su una scala da 1 a 10) a uno più rilassato (diciamo un 2) in pochi minuti.
Perché? Quando inspiri, il tuo battito cardiaco aumenta.
Quando espiri, rallenta.
Ogni volta che hai bisogno di autoregolarti, ad esempio prima di presentare qualcosa al team dirigenziale o quando stai cercando di rimanere paziente in una riunione frustrante, prova questo esercizio: chiudi gli occhi e respira contando fino a quattro in inspirazione e fino a sei in espirazione per un minimo di due minuti.
Prenderti qualche minuto per rallentare e allungare le espirazioni attiverà il tuo sistema nervoso parasimpatico: la parte del sistema nervoso autonomo che aiuta il tuo corpo a riposare e digerire, l’opposto del nostro primordiale sistema “combatti o fuggi” che prepara il tuo corpo a combattere o fuggire da ciò che percepiamo come una minaccia, o una situazione di potenziale difficoltà.
Di conseguenza, ti calmerai rapidamente: prova, funziona davvero!
Hai mai notato come alcune persone riescono a farti sentire esausto, stanco e abbattuto?
Mentre dopo aver interagito con altre, ti senti speranzoso, sollevato ed energizzato?
Qual è la differenza?
Nel secondo caso, probabilmente stavi avendo a che fare con quello che chiamiamo un “energizzatore positivo“, una persona altamente intelligente dal punto di vista emotivo, che comprende bene l’importanza dei micro-momenti di elevazione.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone emotivamente intelligenti non solo hanno un impatto positivo sul nostro benessere, ma sono anche capaci di creare super-produttività nelle organizzazioni.
Puoi affinare le tue abilità come energizzatore positivo (dopotutto, un aspetto chiave dell’intelligenza emotiva è essere in grado di connettersi con gli altri in modo positivo e affermativo per la vita) trovando piccoli momenti per sollevare gli altri.
Non si tratta di essere eccessivamente ottimisti o di mettere su un sorriso finto. (quello sconfina nella cosiddetta positività tossica.)
Le persone con una notevole intelligenza emotiva sanno come creare positività in modo guidato dai valori: lo fanno con umiltà, empatia, compassione, onestà, integrità e perdono.
Come ci si sente ad essere attorno a persone che hanno questi valori?
Ti senti al sicuro, visto, ascoltato, valorizzato, apprezzato e compreso.
Cerca di vedere ogni incontro come un’opportunità per lasciare l’altra persona in uno stato incui si sente più sollevata.
Ci vuole meno di un minuto per condividere un complimento, una risata, una parola compassionevole o anche solo un sorriso.
Varie ricerche mostrano che non solo lascerai l’altra persona sentirsi meglio; ti sentirai meglio tu stesso – a condizione che le tue parole e azioni siano …autentiche e sincere.
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